Sulla volta della tribuna, intorno al 1661, Francesco Allegrini realizza la Gloria del Paradiso. Baldinucci lo aveva così definito: un intreccio d’Angioli, che versan fiori, una grand’arte: siccome ancora in alcune figure, rappresentanti Sibille, fatte per ornamento del quadro dell’Altar maggiore (…). Il dipinto in questione è l’Annunciazione di Federico Barocci, cui rimandano le iscrizioni latine delle Sibille che profetizzano il divino concepimento. La verginità, e quindi la purezza di Maria, vengono esaltate attraverso numerose corone di candidi fiori portate dagli angeli che si librano in volo, e dal chiarore della luce che pervade l’affresco. Due angeli sopra l’altare mantengono degli ovali che illustrano il concetto del cartiglio. Alcune Sibille, poste agli angoli della composizione, celebrano la Vergine, in un tripudio di putti festanti e figure angeliche con vesti variopinte, gonfie di ariosi panneggi. Nella volta sono raffigurati quattro dei cinque misteri gaudiosi del Ss.mo Rosario, cioè l’Annunciazione (riconoscibile in basso a sinistra), la Nascita di Cristo (l’unica che si riconosce più chiaramente, in alto a sinistra, dove si intuiscono i re magi, e anche il cartiglio lo indica), la Presentazione al tempio, la Visitazione (in basso a destra, a leggere il cartiglio) e Gesù tra i dottori. La composizione e lo stile rimandano ai trionfi delle volte di Pietro da Cortona, secondo la tendenza barocca ad aprire grandi spazi celesti in cui esaltare precetti e dogmi della Chiesa cattolica. Una tendenza confermata da Francesco Allegrini in Santa Maria dei Laici, dove la gloria dei cieli si apre nel nome della Vergine Maria in questo grande e arioso affresco.